Come a Palermo, Se vai a Bali NON toccare le Banane!

Tratto da il diario “Il mio viaggio a Bali”.

Periodo: Aprile 2015

Compagna di viaggio: Marilena (ebbene sì, stavolta non ero in solitaria)

Riassunto delle puntate precedenti: I primi giorni di Gennaio 2015 stacchiamo i nostri biglietti per un’avventura a Bali, in fai-da-te. Un biglietto in super promozione con Qatar Airways, scelte 4 destinazioni, 4 hotel/resort diversi, almeno 7 mezzi di trasporto diversi, aereo escluso e cavallo incluso. Un viaggio che è durato circa 20 ore di volo, toccando ben 5 aeroporti all’andata e 4 al ritorno, con una permanenza totale di 14 notti, tra i dintorni di Kuta, Ubud e Gili Island. Data di viaggio 17 Aprile 2015.

Novella del 6º giorno:

Il nostro Driver Ketut ci accompagna al Tirta Empul, Holy Spring Temple. Prima di lasciare l’auto Ketut ci spiega dove, come e cosa fare per visitare il Tempio e ci congeda con un discorso emblematico sulle banane, nel suo inglese-balinese, concludendo con: “Don’t accept, ok? They don’t respect you!”. Questa frase la ricordo bene, è stata l’ultima, nonchè unica, che ha catturato la mia attenzione.

Dopo aver concesso troppa importanza al mio dresscode (nei Templi sacri è rigidissimo) e zero considerazione a Ketut, mi rivolgo a Marilena, invece molto attenta, e a tratti anche affascinata, e le chiedo:

  • Io: “Amica, cos’ha detto Ketut?”
  • Lei: “Ha detto che se qualcuno ci offre delle banane non dobbiamo accettarle”
  • Io: “Perchè?”
  • Lei: “Perchè se le accettiamo ci considerano delle poco di buono e non ci rispettano”
  • Io: “Uhmmm” ( molto perplessa)
  • (Dopo 10 minuti) Io: “Amica, non capisco, questa storia delle banane non mi convince, ne sei sicura?”
  • Lei: “Non dobbiamo accettare le banane e basta”
  • Io: “Ma perchè qualcuno dovrebbe offrirci banane, così a caso? Non capisco.”
  • Lei (evidentemente spazientita e un pizzico irritata): “Fabiiiii non lo soooo, ma non dobbiamo accettarle e basta”
  • Io (Dopo 30 minuti di foto e silenzi perplessi): “Questa storia delle banane però voglio capirla bene”
  • Lei: “Ma daiiii, ci pensi ancora?!? Non pensarci più”.

Nel frattempo, durante la nosta visita al Tempio, io ero guardinga. Scrutavo intorno aspettandomi che, da un qualsiasi angolo, e in qualsiasi momento, spuntasse qualcuno con una banana in mano, pronto a costringerci, forse con la forza, ad accettarla contro la nostra volontà. Ma niente. Nulla di tutto ciò è mai accaduto.

La visita al Tempio di Tirta Empul è pazzesca, mistica e toccante (ve la racconterò in un nuovo post), ma appena fuori ritroviamo il nostro Driver e chiediamo subito delucidazioni sulla storia delle banane. Ketut ci spiega, ridendosela a crepapelle per la nostra “versione fantasiosa” (ma che simpatico umorista), che “molti venditori di banane, fuori dal tempio, adescano i turisti facendo creder loro che le banane sono gratis, ma appena si accetta in dono una banana, e si comincia a mangiarla, invitati dagli stessi venditori a farlo subito, vengono richieste in cambio cifre esorbitanti”, che manco 20 chili di banane a Bali.

Ecco, noi avevamo capito tutt’altra storia. Da film!

Nessuno vuole costringerci ad accettare banane con la forza, per poi considerarci “delle poco di buono”. Ma che fantasia!

Lost in Translation.

Comunque, morale della favola:

 Come a Palermo…SE VAI A BALI NON TOCCARE LE BANANE 😁

A presto

Fabiola

Nb: Presto vi racconterò di come spegnemmo l’umorismo di Ketut acquistando un Durian (clicca link per info) all’uscita del Tempio sacro. Il Durian è uno stranissimo frutto, pesa dai 3 ai 5 Kg, dall’odore fetido, nauseabondo, vomitevole, cosa che scoprimmo solo dopo averlo caricato in auto. Pensate che a Singapore è persino vietato introdurre i Durian nei mezzi pubblici. Ma noi non potevamo saperlo.

A presto

Fabiola

                 

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